Disbiosi intestinale: sintomi, cause e rimedi

12 Marzo 2024

Il microbiota intestinale ossia l’insieme dei microrganismi che popolano il nostro corpo e prevalentemente l’apparato digerente è un complesso ecosistema in equilibrio dinamico relativamente stabile ma sensibile a numerosi fattori che lo possono alterare sia quantitativamente che qualitativamente nel corso della vita. La disbiosi è uno squilibrio batterico provocato da una crescita eccessiva di batteri cattivi all’interno dell’intestino che ne provocano l’irritazione.

Un disturbo che può essere causato dall’età, inquinanti, l’ambiente, la sedentarietà, l’abuso di farmaci, il fumo, l’alcool, stress e soprattutto una cattiva alimentazione quindi uno stile di vita scorretto che si traduce in una riduzione di efficacia del nostro sistema immunitario e che quindi si manifesta con la comparsa di malattie infiammatorie croniche.
I sintomi della disbiosi sono svariati possono essere non solo a carico dell’apparato digerente ma ogni parte del nostro corpo può risentirne negativamente. Ad esempio possiamo avere una cattiva digestione, gonfiore, meteorismo e dolori addominali, diarrea o stipsi malassorbimento e conseguenti intolleranze alimentari, ma altri disturbi al di fuori dell’apparato digerente possono interessare la cute con dermatite atopiche e psoriasi, orticaria. Nell’apparato urinario e genitale possono presentarsi infatti infezioni urinarie o candidosi ricorrenti o cistiti mentre nel cavo orale afte o mucositi e infine problematiche della psiche come ansia, depressione, insonnia. Questo ci fa capire quanto sia importante sospettare una disbiosi e mettere in atto strategie importanti nel nostro microbiota per riportarlo in uno stato di benessere e di equilibrio.

Alcuni esami del sangue possono essere già una prima indicazione sullo stato della nostra salute come per esempio l’emocromo e la proteina c reattiva che possono segnalare uno stato di infiammazione cronica preludio di una serie di disturbi a carico di un qualsiasi organo.

Altri testi comprendono gli esami delle feci come la misurazione del livello di calprotectina, proteina rilasciata nelle feci dai neutrofili durante un episodio quindi marcatore dello stato infiammatorio intestinale e gli esami delle urine per rilevare la presenza di microrganismi patogeni come batteri o parassiti associate alle infezioni intestinali. Possono essere effettuate anche esami come test del respiro, il breath test, un esame diagnostico non invasivo che analizza campione di aria ispirata dal paziente per indagare alcune alterazioni del sistema gastroenterico e/o l’esame ecografico delle anse intestinali che permettono una valutazione dello spessore della parete del colon e dell’intestino tenue e ancora la colonscopia per esaminare la parete interna del colon.

Lo squilibrio batterico oltre alle cause inizialmente descritte principalmente è determinato dall’alimentazione e moltissimi sono i nemici dei probiotici tra cui conservanti, coloranti, addensanti zuccheri, sale, edulcoranti e dolcificanti soprattutto artificiali di cui sono particolarmente ricchi cibi preconfezionati che purtroppo nella nostra alimentazione più recente sono sempre più utilizzati. Quindi bisogna agire con un piano nutrizionale in grado di fornire tutti i nutrienti necessari a mantenere i batteri in equilibrio e ad alimentare naturalmente i batteri buoni del nostro microbiota. Molto importanti sono per esempio l’assunzione di vitamine del complesso B, calcio magnesio, betacarotene e zinco e soprattutto una dieta ricca di cibi freschi, verdure e frutta, cereali integrali legumi che sono le principali fonti di carboidrati accessibili al microbiota e sono le fibre di cui appunto il microbiota si nutre. Le fibre sono indispensabili per una buona regolarità intestinale soprattutto se accompagnate da adeguate quantità di acqua. Molto utili sono i cibi fermentati come per esempio yogurt, ma la cosa fondamentale è correggere lo stile di vita quindi eliminare alcolici fumo e tutto ciò che provoca stress e avere una sana e corretta alimentazione eliminando tutti i cibi spazzatura.

Il Nutrizionista inoltre può consigliare l’assunzione di probiotici che aiutano a ricolonizzare il nostro intestino favorendo la regolarità delle funzioni intestinali e il rinforzo delle difese immunitarie e anche l’obiettivo di ridurre tutti quei disturbi di una disbiosi.

Bisogna intervenire con dei protocolli di food map dove si prevede l’eliminazione di alcuni cibi e poi l’inserimento graduale di altri cibi con la regola di una buona colazione, di un pranzo moderato ma nutrizionalmente completo e una cena veramente leggera con la presenza naturalmente di 4-5 porzioni tra frutta e verdure, alcuni cibi andrebbero evitati come carni lavorate, salumi, carni in scatola, cibi ricchi di sale, cibi ricchi di zucchero, bevande zuccherate anche ricche di edulcoranti, alcolici, cibi ricchi di grassi. Certamente una corretta alimentazione è fondamentale nella prevenzione della disbiosi e soprattutto più varia e e piu ricco sarà il nostro microbiota sia come quantità che come varietà di specie.

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